APPARTENENZE
“I bicchieri d’acqua hanno la stessa passione dell’oceano”
È attraverso una sorta di analisi chirurgica, di scomposizione, di sezionamento degli elementi fisici avulsi da un contesto, che viene esplorato il concetto di appartenenza comune. In una società “fatta a pezzi”, “spettinata”, nella quale ogni cosa sembra aver perso il suo posto, siamo chiamati a cercare un’interpretazione del concetto di cittadinanza che vada oltre i confini del proprio spazio urbano, microcosmo come immagine in scala. La visione dell’altro resa intima (si fa qui palese un richiamo a un certo “voyerismo” di Ron Mueck) per essere rappresentata da volti, mani, piedi come fossero cartine topografiche, impronte che raccontano una storia che nasce, vive e si sviluppa in una interazione comune e condivisa nello stesso luogo. Un’osservazione e rappresentazione “Spallanzaniana”, assolutamente neutra e oggettiva. Tasselli di un puzzle che possiamo ricomporre a piacere, gocce d’acqua che, uguali ma uniche, fanno parte dello stesso oceano.
“I bicchieri d’acqua hanno la stessa passione dell’oceano” (Viktor Hugo).
Ne contengono la memoria.
Raffaello De Vito
FACE [2021]
HUMANIMALS [2021]
RELOADED [2021]
ANIME [2021]
AB-NORMAL [2021]
Apparenze [2019]
Sono sempre stato un Darwiniano convinto ma l'incontro con INANIMUS (Alberto Michelon) e il suo lavoro mi ha decisamente sorpreso. Un bestiario primordiale disegna nuovi orizzonti davanti a me. L'Eden prima dell'uomo, prima di Adamo ed Eva… Un Eden popolato da animali che non conoscono il peccato perché INANIMUS non si limita a riprodurre ciò che conosciamo o ciò che è stato. Va oltre, trasfigura.
Lo spettatore non incontra una messa in scena naturalistica o iconografica dell'animale stesso, come spesso ci accade di apprezzare nei musei, ma una sintesi, una suggestione molto più ampia e complessa. Ci obbliga prima a decodificare ciò che stiamo osservando e se riusciamo ad andare oltre a quella che in un primo momento sembra solo una provocazione, subito dopo ci impone molteplici riflessioni a cominciare da quale rapporto oggi abbiamo con il mondo animale.
Inizio una esplorazione nel mondo di INANIMUS che si preannuncia molto stimolante.
Alternative [2016]
Non avevo mai frequentato il mondo del porno probabilmente per distrazione. Ho sempre pensato, con superficialità, che nella fotografia si affronta il tema della sessualità solo per provocazione o per mancanza di idee.
LATEX è il primo capitolo di questo nuovo progetto ALTERNATIVE. Non ho saputo resistere alla magia evocativa e alla grande creatività che ogni singolo oggetto nasconde e in qualche modo promette. Tutto quello che ho fotografato esiste realmente, ogni singolo oggetto è normalmente acquistabile ovunque nel mondo. Non ho dovuto aggiungere nulla di mio, anzi ho deciso di sottrarre. Ho scelto di provare a raccontare l'estetica del porno privandolo di uno degli elementi centrali: la carne. Mi sembra una buona sfida.
Appartenenze [2012]
“I bicchieri d’acqua hanno la stessa passione dell’oceano”
È attraverso una sorta di analisi chirurgica, di scomposizione, di sezionamento degli elementi fisici avulsi da un contesto, che viene esplorato il concetto di appartenenza comune. In una società “fatta a pezzi”, “spettinata”, nella quale ogni cosa sembra aver perso il suo posto, siamo chiamati a cercare un’interpretazione del concetto di cittadinanza che vada oltre i confini del proprio spazio urbano, microcosmo come immagine in scala.
Apparati [2013]
Nel precedente lavoro "APPARTENENZE", il mio intento era di documentare l'evidente. Una registrazione visiva e oggettiva, priva di ogni interpretazione, di persone che condividono un territorio, un luogo. Credo che la fotografia debba essere poesia e che la poesia debba suggerire il mistero. Molte sono le definizioni di mistero e tutte hanno a che vedere con la nozione del nascosto, del segreto. Per Heidegger, il mistero è inerente all'essenza della verità. Questo lavoro "APPARATI", dove la rappresentazione oggettiva di organi (lingua, cuore, occhi…), è palese, anziché limitarsi a rivelare ciò che in natura è nascosto, ne evoca il mistero. Il mistero dell'ordinario che pone nuovi interrogativi.
Erbe [2013]
Sono nato nella provincia di Modena da una famiglia proveniente dall'Italia del sud. A tre anni, ci trasferimmo a Piacenza, uno spostamento ad ovest di meno di 150 chilometri in linea d'aria e dopo cinque anni di nuovo verso est di 75 chilometri a Reggio Emilia. Nulla nella geografia del pianeta. Una enormità nella geografia di appartenenza di un bambino.
La difficoltà di collocarsi in un luogo preciso di provenienza anziché rendermi un 'apolide del territorio' mi ha portato a percepire ogni luogo come mio. Appartengo al luogo dove sono e lo osservo. Sono sempre più convinto che ormai solo l'ordinario ha ancora la capacità di stupirci. Queste sono alcune erbe spontanee del mio giardino.
Atmosfere [2014]
Credo debba essere molto frustrante scoprire o come in questo caso, certificare, l'approssimarsi di una catastrofe e non essere compresi, creduti o ascoltati.
Pasolini ci chiariva che la " morte" dell'individuo non è quando non ti permettono di parlare ma quando quello che dici non è più capito.
Dedico questo lavoro, che avrebbe potuto chiamarsi "FINZIONI" perché quasi nulla e' quello che sembra, a tutti i ricercatori, gli uomini e le donne dell'istituto IPCC e dell'ONU [...]
Enigma [2014]
Un enigma è qualcosa di difficile comprensione, un mistero (Wikipedia).
In questa rappresentazione apparentemente casuale di elementi, piante, individui, organi, siamo chiamati da una visione.
Un insieme di icone, qualcosa senza nome, che ci invita ad una introspezione silenziosa. Ci pone delle domande o ci fornisce delle risposte? Anche se suggerisco la mia personale lettura che le icone mi evocano, come ad esempio "Ragazza Nuvola Goccia di Prato", l'enigma rimane tale.